La Grande Mela è la città che per eccellenza ha sempre giocato dal suo nascere un ruolo trainante nella crescita economica e nello sviluppo delle potenzialità umane per la ricerca e l’innovazione. Una città come questa, che si è costruita negli anni questa grande fama, oggi che tutto il mondo ha gli occhi puntati sul futuro e sulla possibilità di cambiare rotta verso modelli di vita più sostenibili, non poteva mancare nel promuovere e proporre strategie e soluzioni in materia di sostenibilità.
Il dilemma è stato affrontato seriamente per la prima volta nel 2007, quando il sindaco Michael Bloomberg ha presentato e sottoscritto il “Plan NYC: un piano che rappresenta uno sforzo senza precedenti per preparare la città, in vista di un aumento demografico di un milione di persone da 2005 al 2030, rafforzarne l’economia, affossatasi con la crisi finanziaria degli ultimi anni,combattere il cambiamento climatico e migliorare la qualità della vita di tutti i newyorkesi”
Lo slogan è “GREENER, GREATER NEW YORK”. Se la città possa davvero diventare più grande , la sua grandezza sarà determinata dalla qualità delle scelte che farà, per questo il piano si propone chiare e precise tappe da rispettare, con scadenza annuale, da qui al 2030. Gliobiettivi da raggiungere sono suddivisi per settori: l’housing e i quartieri (piano alloggi per case più accessibili e convenienti); i parchi e gli spazi pubblici (raggiungibili a piedi); le aree dismesse e vuoti urbani, il sistema costiero (inquinamento e monitoraggio); i trasporti; l’energia e la qualità dell’aria; il rifiuti; il cambiamento climatico.
Per un continuo monitoraggio dei target previsti e dei risultati effettivi, è stato creato un certo dipartnership tra città, università e imprese (“Urban Tecnology Innovation Center”) e, a quattro anni dalla presentazione di questo progetto a lungo termine, la primavera del 2011 è stata una piattaforma di discussioni e analisi dei risultati.In questi quattro anni, spiegano i tecnici, sono stati realizzati 200 acri di parchi in più (250 mila newyorkesi sono, oggi, a circa 10 minuti a piedi da un parco), sono stati piantati mezzo milione di alberi, le emissioni di gas serra sono diminuite del 13% dal 2005, è stata realizzata una mappa dei tetti della città per individuare dove istallare pannelli solari.
Questa città fino a dieci anni fa non sapeva cosa fosse il risparmio energetico, oggi comincia a rendersi conto della necessità di cambiare approccio. Al di là della molta propaganda e dei risultati (forse pochi rispetto alle ambizioni), lo stato di fatto, che si nota semplicemente camminando per le strade, riflette una mancanza di sensibilizzazione dei cittadini, ma anche della semplice carenza dei contenitori per i rifiuti differenziati (e nel centro di Manhattan!), ci auguriamo che il piano trentennale di Bloomberg aiuterà a convertire i newyorkesi a questa nuova visione ecosostenibile della città.
Fonte | NYC.gov
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