Cosa rende così affascinante la Sunset Cabin progettata dagli architetti Taylor e Smith sulle rive del lago Simcoe in Ontario in Canada? Forse il fatto che evochi il tema della capanna primitiva come archetipo da cui ripartire trattato dall’abate Laugier nel XVIII secolo; forse il contrasto tra il rivestimento esterno in lamelle di legno e il volume interno vetrato che esprime chiaramente l’idea centrale del progetto basata sulla ricerca di una relazione con il paesaggio mutuata dalla necessità di privacy dovuto alla funzione ospitata; forse il riferimento alle linee minimaliste e armoniche delle abitazioni in vetro immerse nella natura di Mies van der Rohe e Philip Johnson.
Quello che è evidente osservando questa struttura semplice e raffinata è l’atteggiamento diattenzione e di rispetto per il contesto che i progettisti hanno scelto di proporre con la loro architettura. I committenti, una coppia proprietaria di una casa di vacanza nell’area, avendo quattro figli ormai adulti, hanno richiesto la progettazione di un ambiente privato da utilizzare come camera da letto personale e come luogo dove sostare e godere del tramonto sul lago in prossimità della struttura abitativa principale ma da essa nettamente separato.
Quello che è evidente osservando questa struttura semplice e raffinata è l’atteggiamento diattenzione e di rispetto per il contesto che i progettisti hanno scelto di proporre con la loro architettura. I committenti, una coppia proprietaria di una casa di vacanza nell’area, avendo quattro figli ormai adulti, hanno richiesto la progettazione di un ambiente privato da utilizzare come camera da letto personale e come luogo dove sostare e godere del tramonto sul lago in prossimità della struttura abitativa principale ma da essa nettamente separato.
La volontà di non provocare un eccessivo impatto sul contesto ha orientato Taylor e Smith ad una struttura leggera prefabbricata che è stata inizialmente realizzata in quattro settimane nel parcheggio di una struttura commerciale di Toronto di proprietà della stessa famiglia e poitrasportata e rimontata in dieci giorni nell’area vicino al lago Simcoe.
Data la presenza di dislivelli in tutta la zona, le scelta della tecnologia da utilizzare per reggere la struttura è stata orientata verso due travi in acciaio su palificazioni in calcestruzzo armato. Il volume vetrato è realizzato e rivestito in cedro, materiale utilizzato anche per il portico esterno e gli elementi frangisole di sette cm di spessore che si aprono solo in alcuni punti ad inquadrare angoli di visuale sul paesaggio scelti dai progettisti. Per il pavimento, i rivestimenti interni e i minimalisti arredi sono stati invece impiegati pannelli di compensato di betulla, un materiale che, per il tipo di colorazione di cui è dotato, modifica la sua reazione alla luce nelle diverse ore della giornata.
L’esposizione del fronte principale, in parte caratterizzato da lamelle orizzontali a schermatura dei serramenti e in parte con finestrature aperte verso ovest per aprirsi al tramonto sul lago, consente un buon accumulo termico che garantisce, integrato con una piccola stufa a legna e un accumulatore elettrico, di raggiungere condizioni di comfort interno anche nei periodi più freddi dell’anno.
“E’ mai possibile far crescere un edificio dal suolo?”
Con queste parole Taylor, architetto progettista, commenta il risultato formale e simbolico della realizzazione che, grazie alle linee, al linguaggio, alle scelte cromatiche e costruttive, vive dell’intenso dialogo con il paesaggio circostante; quel dialogo che durante l’estate si percepisce per il legame dell’edificio con la natura rigogliosa ma anche per contrasto, durante l’inverno, quando gli alberi spogli sottolineano l’andamento orizzontale delle lamelle della facciata principale.
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