Passa ai contenuti principali

Ecosostenibilità al Padiglione Italia della Biennale di architettura di Venezia

A due mesi dall’inaugurazione della XIII Biennale di Venezia, il 29 agosto 2012, il bilancio in termini di ecosostenibilità è positivo; infatti l’anno scorso, in occasione dell’altra Biennale, quella d’Arte, giunta alla sua 54° edizione, venne presentato il progetto “Round the Clock” che si proponeva di indagare e di proporre attraverso il lavoro di artisti internazionali, alternative percorribili, la necessità di una vivibilità migliore, affrontava il tema del sociale e dell'eco-sostenibilità, ed era attento alle delle bio-diversità: questo intento è stato condiviso quest’anno alla mostra dell’Architettura più attesa.
Il curatore della mostra, l’architetto David Chipperfield, ha coordinato l’esposizione dei ben 69 progetti realizzati da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi, che hanno presentato proposte innovative rispetto ai canoni tradizionali della mostra e installazioni create secondo le indicazioni fornite da Chipperfield stesso e dagli altri organizzatori di questa Biennale coinvolgendo nel proprio progetto altri colleghi con i quali condividere quello che è stato definito “Common Ground” (terreno comune).


Alla XIII Biennale di Architettura troverete “Common Ground”, il percorso espositivo che dal Padiglione Centrale conduce ai Giardini all'Arsenale. Per la prima volta si è scelta lasostenibilitàcome tema trainante per migliorare il livello qualitativo dei padiglioni espositivi.
In particolare il padiglione italiano è stato progettato a mò di ecosistema che si autosostiene, in cui vi è l’accortezza nell’uso di materiali riciclati – che verranno tutti riutilizzati anche al termine della mostra – e la presenza di spazi verdi; nell'allestimento si mette in mostra il metodo per razionalizzare l'uso dell'acqua attraverso sistemi di depurazione naturale prevedere un uso produttivo della vegetazione che fungerà da mezzo per raggiungere il comfort climatico e acustico, ma non solo.
L’artista Michelangelo Pistoletto arricchisce il luogo simbolico istituito per una serie di incontri e di sinergie con la sua opera di “L’Italia Riciclata”, una sagoma di legno dell’Italia delle dimensioni di  793 x 812 cm e sollevata  40 cm sul prato del Giardino delle Vergini, vicino al Padiglione d’Italia, arricchita con vario materiale di riciclo raccolto all’interno della Biennale.


«Credo che la Modernità possa essere paragonata al Medioevo. Dopo il Moderno serve, nuovamente, un Rinascimento. In questa Biennale, particolarmente nel Padiglione Italiano, si constata che questo è il momento della re-visione e della riproposizione della vita urbana». Pistoletto auspica anch’esso una nuova visione e interpretazione del Padiglione d’Italia; una rinascita in ogni senso che consenta di passare oltre il periodo di crisi sociale, morale nonché economica che stiamo vivendo.
Vi è poi il punto di vista dell’architetto e urbanista Luca Zevi  - scelto come curatore del padiglione d’Italia dal Ministero dei Beni Culturali per il suo progetto  –  che ha appoggiato la filosofia del noto ingegnere-imprenditore Olivetti secondo il quale politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si arricchiscono l’una dell’altra diventando lo strumento per la trasformazione del territorio in chiave innovativa. Il Padiglione d’Italia secondo Zevi è la grande occasione per migliorare la qualità del settore edilizio nazionale, proprio per queste sue peculiarità di far interagire Architettura, Economia, Cultura e spirito di imprenditoria verso l’ecosostenibilità.
Nel Padiglione d’Italia troverete strumenti multimediali e tecnologia innovativa che vi consentiranno di interagire con personaggi virtuali e video e di essere coinvolti in conversazioni, interviste, performances che si svolgeranno nello spazio espositivo.


La mostra di Venezia  si sviluppa quindi  alla scoperta di tutte quelle realtà produttive italiane che ormai cercano di raggiungere un elevato livello qualitativo anche nella realizzazione degli spazi vissuti non solo per la residenza ma anche per il tempo libero e per il lavoro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Bioarchitettura nel centro d’infanzia sostenibile a Padova

Settembre, tempo di riapertura delle scuole. Oggi parliamo di un centro d’infanzia terminato a Padova nel 2010 ma  attualissimo per le sue caratteristiche sostenibili, riduzione del fabbisogno energetico e delle emissioni , principi che stanno alla base della sua realizzazione. La progettazione di questa scuola d’infanzia che comprende asilo nido e scuola materna, si è dimostrata attenta e sensibile ai principi della  bioarchitettura  (forma dell’edificio, orientamento, prestazioni dei materiali, benessere, ecc.) e in particolare per quanto riguarda le soluzioni energetiche adottate. Per esempio  il controllo dell’irraggiamento solare  si concretizza attraverso una tipologia di vetri basso-emissivi, schermature tramite pensiline ombreggianti e un tetto verde di copertura che garantisce l’equilibrio termico e il microclima degli ambienti. Un  sistema di recupero delle acque piovane  permette il loro riutilizzo per lo scarico dei bagni e per l’irrigazione. La  ventilazione natural

Case prefabbricate in legno: su misura, sostenibili, evolute

Nonostante le case costruite in legno abbiano in tutto il mondo una storia millenaria, sono ancora molti in Italia a credere che solo il calcestruzzo sia sinonimo di resistenza, durata e solidità. Tuttavia, negli ultimi anni l'attenzione di privati, tecnici e imprenditori verso le costruzioni in legno anche prefabbricate, è cresciuta sensibilmente. Le strutture in legno, soprattutto dopo il sisma dell'Aquila, sono oggi viste come  un'alternativa possibile  e non più solo come una stravaganza. LA RESISTENZA SISMICA Il legno, un materiale antico ma sempre nuovo e dalla  facile lavorazione , è sinonimo di leggerezza e flessibilità, caratteristica quest'ultima che garantisce un'ottima  resistenza sismica , dimostrata tra l’altro dai test realizzati nell'ambito del “ progetto Sofie ” Edifici costruiti interamente in legno resistono a simulazioni di terremoti, in particolare un edificio di sette piani rimane in piedi ed è perfettamente agibile dopo un ter

L’auditorium del Parco di Renzo Piano nel centro storico de L’Aquila

Un auditorium temporaneo donato dalla provincia autonoma di Trento ad una città dilaniata dal terremoto  e la possibilità di crescita attraverso la promozione della cultura musicale, per la quale L’Aquila già negli anni precedenti al terremoto poteva vantare una ruolo d’onore. Collocare un edificio caratterizzato da un forte potenziale aggregativo, in un punto strategico tra il centro storico e l’ingresso al Parco del Castello, risponde all’obiettivo di riportare all’interno della città storica le attività culturali propulsori della rinascita e del miglioramento della qualità di vita cittadina, ormai da tre anni costretta a fare i conti con difficili condizioni. IL PROGETTO L’idea progettuale proposta dall’architetto Renzo Piano e dal suo team di progettazione predilige l’uso di forme pure, che nella loro astrattezza riescono a risolvere la delicata questione dell’inserimento di un edificio moderno all’interno di un contesto storico consolidato. Gli spazi dell’au